Insiemi neuronici del locus coeruleus inducono differenti stati mentali

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 14 maggio 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Forse il reale ruolo fisiologico del locus coeruleus sta per essere chiarito. Questa affascinante formazione dell’encefalo implicata nella risposta allo stress e particolarmente considerata come avviatore del circuito che rilancia la reazione di fuga senza l’attualità materiale di una minaccia, come avviene nell’ansia umana, sembra ancora per molti versi impenetrabile ad una interpretazione neurobiologica che renda conto allo stesso tempo della sua peculiarità neurotrasmissiva e del suo contributo alla neurofisiologia dei sistemi con i quali è in connessione, e particolarmente a quella delle reti corticali.

Col nome di locus coeruleus – attribuito dagli anatomisti del passato e peraltro non corretto in latino in quanto la forma corretta è “caeruleus” – si designa un complesso nucleare sito in una regione del tronco encefalico che appartiene nell’uomo al ponte dorsale e si distingue per la colorazione dovuta a un pigmento nero-bluastro, da cui l’attributo “ceruleo”. In tutti i mammiferi costituisce il maggiore aggregato encefalico di cellule nervose contenenti noradrenalina e in alcune specie, come nel topo, al suo interno vi è fino al 50% di tutti i neuroni noradrenergici dell’encefalo. I suoi neuroni sono provvisti di lunghi assoni di proiezione che raggiungono numerosissimi siti distanti, particolarmente nell’ambito della corteccia cerebrale, costituendo con le aree post-sinaptiche un’entità neurofunzionale distinta.

Questo sistema nella neurofisiologia classica è caratterizzato in base alla sua capacità di rispondere ad una grande varietà di agenti stressanti esterni e segnali di distress interno – come il crollo della pressione arteriosa per una emorragia – e rappresenta una stazione centrale di collegamento per stimoli provenienti da diverse aree, che integra attivando rapidamente e globalmente sia le risposte centrali che quelle periferiche allo stress. È stato dimostrato che può funzionare secondo vari gradi di attivazione e non secondo un meccanismo “tutto o nulla”. Si ritiene che il locus coeruleus abbia una parte importante nella patogenesi del disturbo post-traumatico da stress (v. più avanti), che intervenga nei processi alla base delle crisi di astinenza e della dipendenza da sostanze psicotrope[1].

In generale, i neuroni noradrenergici del locus coeruleus producono uno stato elettrofunzionale corticale associato all’attivazione di allerta (arousal) e caratterizzato da un’ampia banda di incremento di oscillazioni di alta frequenza. Questo stereotipo funzionale è derivato dalla stimolazione elettrica o optogenetica che attiva artificialmente i neuroni del locus coeruleus sincronicamente. Da qui il modello concettuale di un’attivazione associata a un singolo stato della corteccia cerebrale.

Shahryar Noei e colleghi, fra cui Stefano Panzeri e Nikos Logothetis, hanno indagato l’attività naturale e spontanea di singole unità del locus coeruleus, ottenendo prove che l’azione di controllo di questo nucleo noradrenergico non è effettuata generando un singolo stato funzionale, ma avviene in un modo articolato e vario. Tale acquisizione apre una prospettiva interamente nuova per le interpretazioni neurofisiologiche.

(Noei S., et al. Distinct ensembles in the noradrenergic locus coeruleus are associated with diverse cortical states. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2116507119, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Physiology of Cognitive Processes, Max Plank Institute for Biological Cybernetics, Tübingen (Germania); Neural Computation Laboratory, Istituto Italiano di Tecnologia, Rovereto (Italia); Center for Mind/Brain Sciences, University of Trento, Rovereto (Italia); Graduate Training Centre of Neuroscience, International Max Plank Research School (IMPRS), University of Tübingen (Germania); Department of Neural Information Processing, University Medical Center Hamburg-Eppendorf, Hamburg (Germania); Helsinki Institute of Life Science, University of Helsinki, Helsinki (Finlandia); Faculty of Pharmacy, University of Helsinki, Helsinki (Finlandia).

Il locus coeruleus, sito nella parte del ponte dorsale che corrisponde alla porzione superiore e mediale del pavimento del quarto ventricolo, forma uno strato irregolare nerastro azzurrato sotto l’ependima ventricolare che corrisponde al gruppo A6 di cellule noradrenergiche. Già nell’anatomia classica (Nicolesco) si considerava questo nucleo, come la maggior parte degli ammassi di cellule pigmentate, appartenente al sistema neurovegetativo e sede, con altre formazioni, della risposta viscerale di allarme. Fibre dall’ipotalamo, dal grigio periacqueduttale e dal tegmento del mesencefalo mediano l’aumento dell’attività respiratoria, l’innalzamento della pressione sanguigna, la tachicardia con vasodilatazione nei muscoli scheletrici e vasocostrizione renale e gastroenterica.

Si è prima accennato che il locus coeruleus ha una parte importante nella patogenesi del disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e della depressione da stress. In sintesi: eventi stressanti o minacciosi, riconosciuti ed elaborati dalla corteccia cerebrale, raggiungono l’amigdala, che può essere attivata anche da evocazioni o stimoli elaborati inconsciamente; l’amigdala rilascia il CRH che attiva la produzione simpatico-midollare di adrenalina e stimola l’asse ACTH-cortisolo, preparando l’organismo alla fuga o all’attacco. Se lo stress perdura o è molto intenso, il cortisolo attiva il locus coeruleus che, mediante la noradrenalina stimola l’amigdala a produrre CRH innescando il circolo vizioso responsabile della patogenesi[2].

L’ipotesi del nostro presidente, Giuseppe Perrella, è che il ruolo del locus coeruleus nello stress sia la forma più rilevante ed evidente della sua attività, perché massiccia e convergente in un unico fine, ma che ordinariamente questo nucleo potrebbe contribuire a generare uno spettro di diversi quadri di attività mentale, che deriverebbero dalla sintesi tra i suoi input e quelli provenienti dallo stato corticale corrente, che esprime gli equilibri delle grandi reti globali.

Gli autori dello studio qui recensito osservano che il comportamento flessibile è associato a transizioni attraverso differenti stati corticali. Per esempio, vari stati di veglia, di acuità percettiva e attività comportamentale sono associati con differenti potenziali di campo locali corticali (LFP) e stati elettroencefalografici, ciascuno con il proprio pattern spettro-temporale di oscillazioni neuroniche. Le transizioni di stato comportamentale, come svegliarsi dal sonno o entrare in uno stato di intenso stress e reagire più rapidamente agli stimoli, sono associate a transizioni di stato corticali. Questi cambiamenti non sono necessariamente indotti da stimoli esterni; infatti, gli stati corticali possono essere controllati da fattori interni all’organismo (es.: bisogno di sonno; stress percepito) e perciò emerge da interazioni neuronali auto-organizzate.

Ciò che rimane oscuro è quali siano esattamente le interazioni tra neuroni che controllano gli stati corticali. Una possibilità per individuarle consiste nello studio dell’attività delle proiezioni del locus coeruleus.

Recentemente, prima dello studio qui recensito, è stato riportato che l’attività spontanea di coppie di cellule del locus coeruleus ha sparse ma tuttavia strutturate cross-correlazioni nelle medie temporali, cosa differente dall’attività altamente sincronizzata evocata dalla stimolazione. Per questo è ragionevole supporre che l’attività delle popolazioni neuroniche del locus coeruleus consista di distinti insiemi multicellulari (multicell ensembles), ciascuno con una propria evoluzione temporale di funzione attiva.

Shahryar Noei e colleghi, hanno usato la NMF (non negative matrix factorization) per analizzare grandi popolazioni costituite da singole unità simultaneamente registrate dal locus coeruleus del ratto. La NMF ha identificato insiemi di neuroni spontaneamente coattivi del locus coeruleus e l’andamento nel tempo delle loro scariche. In quanto i neuroni noradrenergici studiati proiettano a specifiche regioni del proencefalo, gli autori dello studio hanno ipotizzato che distinti insiemi sono attivi durante differenti stati della corteccia cerebrale.

Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno calcolato l’energia limitata alla banda e gli spettrogrammi dei potenziali di campo locali nell’area corticale 24a, allineata ad attivazioni spontanee di differenti insiemi di cellule nervose del locus coeruleus.

Una gamma di modulazioni di stato si è verificata per l’attivazione di differenti insiemi di neuroni del locus coeruleus, incluso uno stato attivato tipico con accresciuta alta frequenza elettrica, così come altri stati, inclusa la ridotta corrente di alta frequenza. Così, in contrasto con lo stereotipo dello stato di attivazione del cervello evocato dalla stimolazione in massa del locus coeruleus, la spontanea attivazione di distinti insiemi di neuroni del locus coeruleus risulta associata con numerosi e differenti stati corticali.

Questo risultato è di particolare interesse per la nostra scuola neuroscientifica, che ha ipotizzato questa possibilità quale componente neurofisiologica alla base dei quadri funzionali teorizzati dal nostro presidente.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-14 maggio 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Cfr. voce Locus Coeruleus in “Alfabeta” sul nostro sito, seguendo il percorso “RUBRICHE” – “Alfabeta” – lettera “L” – Locus Coeruleus.

[2] V. Locus Coeruleus in “Alfabeta”.